
Cristianesimo orientale e occidentale: fraternità culturale

Secondo il patriarca Bartolomeo quelli che partecipano alla Santa Eucaristia devono vivere la propria esistenza e le proprie azioni come una “liturgia dopo la Liturgia”. Nel suo discorso pronunciato sabato al Congresso Eucaristico il capo della Chiesa di Costantinopoli ha sollecitato la riconciliazione tra le Chiese d'Oriente e d'Occidente.
L'Eucaristia costituisce il nucleo della vita ecclesiale – ha dichiarato Bartolomeo I Patriarca di Costantinopoli nel suo discorso pronunciato prima della Santa Messa celebrata il sabato sera del Congresso Eucaristico Internazionale. Ha ricordato: l'Eucaristia, in quanto parola greca significa “ringraziamento”, che “ci ricorda che la nostra vita e l'intera creazione non sono nostra proprietà, ma piuttosto sono un dono prezioso di Dio Creatore”, che dobbiamo accogliere con gratitudine e con la glorificazione della maestà di Dio.
Ha sottolineato che al momento della presentazione dei doni offriamo il pane e il vino che rappresentano l'intera creazione che Dio trasforma nel mistero della Santa Comunione. Il Patriarca Bartolomeo I ha citato l'Enciclica del Santo e Grande Concilio della Chiesa Ortodossa del 2016 in Creta, secondo la quale: “prendere la Santa Eucaristia è la fonte del zelo missionario per l’evangelizzazione del mondo. Partecipando alla Santa Eucaristia e durante la santa sinassi preghando per il mondo intero, siamo chiamati a continuare la “ liturgia dopo la Liturgia” e per fare testimonianza delle verità della nostra fede davanti a Dio e agli uomini, condividendo i doni di Dio con tutta l’umanità”.
Ha sottolineato: le persone non possono rimanere introverse e indifferenti. "Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte. Né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa” – come il patriarca citava il Vangelo di Matteo e aggiungeva: il cristiano chiuso e cupo è un candelabro posto “sotto il moggio”.
Il Patriarca di Costantinopoli ha evidenziato che la Chiesa riunisce i fedeli nella Liturgia eucaristica, in un unico corpo, senza alcuna distinzione di razza, sesso, età, indipendentemente dallo stato sociale, culturale o finanziario”. La Liturgia a sua volta non è il luogo di “un incontro verticale di ciascuno dei credenti con Dio, ma l'unione in una comunità”.
Bartolomeo citava Giovanni Metropolita di Pergamo secondo il quale il mondo non si salverà con l'aiuto della Chiesa, ma molto di più facendosi Chiesa. (…) Chi tenta di raggiungere Cristo lasciando fuori la Chiesa perde tempo – ha affermato.
Il capo della Chiesa d'Oriente, analizzando l'impatto sociale dello spirito eucaristico, ha sottolineato che le iniziative della Chiesa per la tutela dell'ambiente naturale e la cultura della solidarietà sono radicate nelle esperienze eucaristiche e nella teologia. Ha dichiarato che la vita stessa della Chiesa è ecologia e solidarietà applicata, di conseguenza “ogni oggettivazione e sfruttamento della creazione e del nostro prossimo distorce la cosmologia e l'antropologia cristiana”.
Il patriarca Bartolomeo ha parlato a lungo anche della necessità della riconciliazione fra la Chiesa d'Oriente e quella d'Occidente. Ha dichiarato: „La realizzazione eucaristica della Chiesa nel calice comune e nella condivisa testimonianza cristiana nel mondo è il desiderio e il sogno di tutti noi”. Quanto riguarda la scissione ha citato padre Georges Florovsky che ha detto che "secondo il piano di Dio non avrebbe dovuto avvenire", poiché i cristiani appartengano allo stesso spazio spirituale, "Oriente e Occidente sono organicamente legati nell'unità della cristianità” – citava ancora padre Florovsky secondo il quale possiamo chiamare le due confessioni “sorelle culturali” o anche “gemelle siamesi”. Il Patriarca di Costantinopoli ha invitato i pellegrini a pregare il Dio misericordioso “perché rafforzi e benedica i nostri sforzi per andare avanti sulla via verso l'unità”.
Nel 2000 davanti alla Basilica di Santo Stefano Sua Santità Bartolomeo I Patriarca in una Santa Messa ha promulgato la bolla sulla venerazione come santo il nostro primo re, Santo Stefano anche nella chiesa ortodossa. Il gesto del capo della chiesa ortodossa è stato eccezionale siccome dopo lo scisma da parte della chiesa ortodossa non c'è stato alcun esempio per il riconoscimento come proprio uno dei santi della Chiesa cattolica romana. La persona di Santo Stefano, re ungherese è un ponte tra le Chiese d'Oriente e d'Occidente.